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Per Aspera Ad Veritatem n.22
Le nuove guerre. Dalla cyberwar ai Black Bloc, dal sabotaggio mediatico a Bin Laden

Umberto Rapetto e Roberto Di Nunzio - RCS libri, Milano, 2001



Per i tipi della RCS libri è stato pubblicato, alla fine dello scorso anno, il volume di Umberto Rapetto e Roberto Di Nunzio dedicato alle nuove guerre, quelle che già appartengono o apparterranno allo scenario tecnologico della società dell'informazione, nella quale siamo completamente e forse ancora un po' inconsapevolmente immersi. Entrambi collaboratori, tra l'altro, della nostra Rivista, esperti dell'ambiente informatico, della comunicazione e dell'information warfare, i due Autori spaziano con disinvolta abilità nel panorama di quello che definiscono conflitto globale, descrivendo situazioni di minaccia quasi incredibili che suonano come ammonimento ad alzare le difese, prima di tutto acquisendo la consapevolezza dei pericoli, attraverso la comprensione dei diversi complessi contesti del nuovo mondo, poi agendo concretamente. L'information age è insomma l'età dei nuovi conflitti, trasversali tra reale e virtuale, che si sviluppano mediante l'uso dell'informazione e della comunicazione, i nuovi
sistemi tecnologici e il tentativo di attaccarli. Tutto ciò sullo sfondo di una società non solo vulnerabile per definizione, per i suoi consolidati meccanismi di funzionamento e il suo way of life, ma sempre più dipendente dalla comunicazione e dal palcoscenico della diretta televisiva, dalla visibilità a tutto tondo, dalla connessione da tutto a tutto. Il volume di Rapetto e Di Nunzio è un contenitore traboccante di informazioni, che con assoluta coerenza tiene insieme fenomeni già conosciuti, come la cyberwar, la netwar, la guerra elettronica, con aspetti meno noti e in qualche misura più sorprendenti, come lo psychological warfare e la manipolazione ambientale, fenomeni tutti che affondano le radici nella mutata natura dell'informazione, trasformatasi con l'avvento dell'elettronica in un dato non materiale, a diffusione amplissima e assolutamente veloce, senza più legame con un luogo fisico, dunque difficile da controllare. Una sfida di eccezionale portata, a ben vedere, che sposta radicalmente il punto di approccio di qualsivoglia azione di contrasto al livello sovranazionale, con tutte le intuibili difficoltà di coordinamento delle differenti legislazioni e di integrazione degli standard tecnologici di difesa. Processo che richiede una vera e propria rivisitazione del concetto di sicurezza, mentre permane, nell'universo delle democrazie, il problema di gestire l'impatto di tali mutamenti sui diritti fondamentali dei cittadini, dalla libera circolazione delle informazioni al diritto alla privacy, valori sui quali si fonda l'etica di molti ordinamenti, impegnati a mantenere adeguati bilanciamenti tra l'esigenza di tutelare la sicurezza e mantenere intatto il profilo delle libertà. Una sfida anche e soprattutto tecnologica, da giocare in campo aperto, se è vero che le stesse organizzazioni d'intelligence, come tutte le organizzazioni complesse, non possono fare a meno di utilizzare le stesse strumentazioni dei potenziali aggressori. Una lettura, insomma, che offre orizzonti nuovi di riflessione, spunti di ricerca, strumenti di interpretazione più sofisticati di una realtà in trasformazione così travolgente ed accelerata che ci sollevano da una condizione psicologica ed anche pratica di continuo inseguimento.



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